Tasse, balzelli e tassazione

(Fascicolo di 40 pagine, per questioni di spazio si riporta la sola “Introduzione”)


Introduzione

Hanno buona ragione gli analisti nellaffermare che solo con una effettiva riduzione delle tasse si potrebbe avere una discreta ripresa dellindustria italiana. I tentativi effettuati nel tempo dai vari Governi in carica dimpegnare il gettito fiscale da una parte allaltra del paese con salomoniche decisioni, non solo potrebbero peggiorare la situazione interna ma risulterebbero superflui di fronte allinarrestabile pressione della concorrenza internazionale in un mercato globalizzato chiuso e privo di sbocchi, qual apparentemente lattuale.

La semplice ridistribuzione dei proventi fiscali se non accompagnata da un corrispondente e reale aumento di prodotto genera solo inflazione. Ad esempio, lacquisto sul mercatino rionale di una modesta maglietta fabbricata in Cina a 3 euro anzich al regolare prezzo di 15 euro del Made in Italy, prima o poi provocher il prepensionamento o la Cassa Integrazione di un operaio italiano o, nella peggiore delle ipotesi, condurr una fabbrica al fallimento e questo significa far aumentare in modo strisciante il fabbisogno pubblico e oltretutto impoverisce la ricchezza nazionale. Da tali considerazioni ha avuto origine il progetto di un nuovo metodo di prelievo fiscale i cui requisiti essenziali sono:

    • forte riduzione dei prezzi al consumo;
  • aumento dei redditi da produzione primaria (distinta dalle attivit secondarie);
  • massima flessibilit ed autoregolazione del sistema produttivo;
  • capacit di ingigantire il circuito finanziario senza creare inflazione;
  • reale diminuzione delle imposizioni fiscali;
  • contenimento entro limiti accettabili dellimpatto sui conti pubblici.

Il modello proposto in questa analisi stato verificato mediante simulazione computerizzata e per quanto spinga alleccesso la riduzione delle tasse sembrerebbe fornire risultati piuttosto interessanti: impostando i dati economici di una fabbrica medio piccola (12.000.000 euro di fatturato), nella peggiore delle ipotesi le casse dellerario perderanno circa il 28% dellequivalente prelievo globale su tutto il giro daffari realizzato con lattuale sistema di tassazione. Tale perdita non del tutto pregiudizievole e disastrosa per la contabilit dello Stato perch corrisponderebbe ad un abbattimento dei prezzi al consumo di oltre il 7% ed pi che accettabile ove si tenesse conto degli “effetti collaterali” conseguenti al minor prezzo di vendita e alla maggiore remunerazione dellesercizio aziendale primario (+30%) che sicuramente orienteranno la preferenza verso produzioni locali, riporteranno gli investimenti entro i confini nazionali e, non ultimo, garantiranno una maggiore stabilit dei posti di lavoro.

Attualmente la super valutazione delle merci al consumo fa sembrare eccezionali i risultati nazionali in termini di PIL e PNL ma ci falsato dalla struttura stessa di questi due indicatori contabili i quali non rendono immediatamente conto che gran parte della valorizzazione delle merci prodotte o solo lavorate allinterno della nazione dovuta alleccezionalit impositiva delle tasse dirette e indirette (IVA, IRAP, IRES, IRPEF, ecc.).

Pertanto, con lattuazione di tale “coraggiosa” riduzione dei prezzi al consumo lo Stato e le Aziende secondarie incasseranno meno sul singolo prodotto che sar venduto a un prezzo pi basso (si parla di “giro daffari”) ma complessivamente dal circuito economico nazionale guadagneranno di pi grazie allaumento della produzione locale ed alla maggiore remunerazione degli investimenti produttivi e ci sar pi che sufficiente per compensare le gi dette perdite oppure renderle sopportabili.

Nel libro “New Economy & Socialismo”(ISBN 97 888 267 04 937)di prossima pubblicazione, vi descritto un nuovo ed innovativo modello di struttura economica attuabile in Italia – ed esportabile allestero – di cui il progetto appena presentato solo il tassello di un mosaico pi grande che abbraccia lintera economia nazionale. Questo libro, pensato fin dal 2002, propone un progetto globale che dovrebbe “immunizzare” e rilanciare lindustria contro linarrestabile pressione delle fabbriche dellest europeo e asiatiche (oltre 1 miliardo di lavoratori) impossibili da contrastare con i tradizionali metodi di economia politica attuabili solo in mercati omogenei e ben regolati.

Settembre 2007

Lorenzo Romano

 

Per una completa informazione scrivere aposta@centrosandropertini.it(English version on demand)

Copyright by Lorenzo Romano 2007 – 2008


Avviso di Copyright:i documenti pubblicati in questo sito sono di propriet esclusiva del Centro Sandro Pertini CE.S.P. (indirizzo nella testata) o dei singoli autori. Se occorre, il Centro Sandro Pertini e/o i singoli autori possono – previa autorizzazione scritta – consentire ultilizzi temporanei dei documenti medesimi. Per qualsiasi informazione potete contattarci all’indirizzoposta@centrosandropertini.it– Grazie per la partecipazione.